Appena conclusa la prima pescatina dell'anno di pagelli (vedi La febbre rosa), mandai subito un messaggio ad un mio carissimo amico (grandissimo pescatore di paraghi e di orate e colui che mi ha insegnato un sacco di cose su questa tecnica) di nome Enrico e lui prontamente mi chiamò per farmi i complimenti e mi fece subito una proposta alla quale non potei assolutamente rifiutare:
"Sei libero giovedì 22?" disse lui.
Ed io "Certo che sono libero!" dissi; e il resto ve lo potete anche immaginare!
La giornata è incominciata alle 7.30 al moletto N.Sauro di Livorno (posto di una cattura e di una "gara" che non dimenticherò mai per mano di Silvia in no title (per davvero)), dove da lì siamo partiti insieme a Massimo, un amico di Enrico, e siamo partiti alla volta di un'avventura incredibile!
Inizialmente non siamo riusciti a raggiungere la posta desiderata a causa di un fortissimo vento che giungeva fuori dal golfo prossimo alla cala del Leone, al dunque abbiamo deciso di spostarci verso una posta più vicina rispetto al punto di partenza.
Sono stato talmente preso dal guardare il cimino della mia Italcanna Bolentino (esecutrice di due catture che l'hanno fatta letteralmente cantare: due perchie e due paraghi) che non ho scattato neanche qualche foto durante l'azione di pesca, quindi mi limito a mostrare la pescata finale che ha contato ben 9 paraghi e 4 povere perchie che sfortunatamente sono salite in superficie con la vescica natatoria gonfissima in modo da non poter sopravvivere al rilascio.
Foto al rientro contro il maestrale |
da sinistra Enrico e Massimo |
Enrico ed io |
Alla prossima
Guglielmo
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