martedì 18 giugno 2013

The Ballad of Trachinus draco and Bothus podas

Kayak Fishing alla Feniglia

Giusto ieri sono tornato da una vacanzina di quattro giorni presso il tombolo della Feniglia (Argentario).
La spiaggia della Feniglia consiste in ben sette chilometri di spiaggia libera di cui solo una piccola parte comprende aree balneari, mentre nella parte più esposta a sud-ovest risiede porto Ercole.



In uno spot del genere, completamente sabbioso, ho optato per una SOLA tecnica, che adopero da tantissimo tempo e solo ora ne parlo qua sul blog, la quale mi ha permesso di portare a casa un buon pescato: la pesca a bolentino a scarroccio, e in quest'occasione dal kayak (Scrambler - Ocean kayak).



La qualità delle canne, che non superano il metro e mezzo di lunghezza, non è delle migliori, e nemmeno quella del mulinelli, anch'essi molto piccoli e leggeri, dato che sono molto sottoposti alla salsedine pescando dalla canoa.
Le lenze in bobina sono mediamente comprese tra lo 0,20 e lo 0,25 nylon e i terminali sono dell 0,15 fluorocarbon; i piombi variano di grammatura tra i 10 e 35 grammi (infinite possono essere le forme: saponetta, pera, sfera, oliva, ecc.) per gli ami ho optato per un #6.



Scattata in ottobre 2011

Un altro attrezzo di fondamentale importanza per la pesca a scarroccio sia dalla barca che dalla canoa, è l'ancora flottante, utilissima per evitare di essere eccessivamente trasportati dalla corrente e per avere un ottimo assetto di pesca anche con un mare non calmissimo. Bisogna usufruire dello scarroccio dell'imbarcazione, ma non in eccesso! Scarrocciare si, ma poco!






Le specie che ho trovato in questi fondali sabbiosi sono state relativamente poche e questa per me non è stata assolutamente una sorpresa. Le specie in questione sono due: Rombi chiodati e Tracine drago, escludendo due sporadiche sorprese di una gallinella in prossimità di tre yatch che sostavano davanti a me, e di un polpo che ha strappato il mio 0,15.
Come esche ho utilizzato principalmente coreani e coreani rossi (prima volta che parlo di una tecnica ti pesca con esche vive).





Gli unici pesci che ho trattenuto sono stati i rombi, i quali ritengo siano una specialità culinaria; anche le tracine non sono da meno, ma la mamma della mia compagna, colei che cucina i pesci, non si sentiva in grado di pulirli o rischiare di essere punta, sicchè queste piccole grandi combattenti hanno avuto la libertà.

L'ultimo giorno è stato uno dei più divertenti. Ho sostato davanti all'imboccatura del porto per provare a pescare qualche pesce diverso dai soliti rombi e tracine, ma ho avuto scarsi risultati; in compenso vedevo sotto ai miei piedi, banchi di pesci che stavano predando e non riuscivo a capire bene cos'erano, al ché ho avuto un'illuminazione: ho tagliato completamente la montatura con la qualche stavo pescando a fondo, e ho lasciato solo un moschettoncino con un terminale rattoppato sul momento a due ami. Volevo trainare gli ultimi coreani che mi erano rimasti. Non ho fatto in tempo a calare tutto il filo necessario che ho avuto subito un'abboccata simpatica:







Due micro occhiatine si sono fiondate sul coreano trainato, non resistendo assolutamente alla tentazione dell'esca; la montatura ha fatto il suo effetto! Due foto per questa cattura, una per come è avvenuta l'abboccata, l'altra nella Plano troll, e poi via libere. 

Subito dopo ho cambiato il terminale, mettendone uno con un amo solo, dato che avevo quasi esaurito le esche me ne rimaneva soltanto un pezzettino da trainare con un amo solo. 
I risultati si sono fatti comunque vedere:



Una bellissima aguglia non ha resistito al mangiucchiato pezzettino di verme trainato; era proprio affamata, o forse dovrei dire: erano tutti affamati in quel momento! Una foto del release e via nell'acqua.
Peccato che quando sono ritornato più tardi a trainare con un piccolissimo jerk da un paio di grammi, il momento di gloria fosse finito, ma pazienza, mi sono divertito tantissimo soprattutto con una cannina peso piuma il cui cimino è estremamente sensibile, e questa piccola peripezia mi ha fatto venire voglia di tornare al più presto sulle mi secche locali a fare la traina ad occhiette ricciolette e sugarelli!

Foto scattata nelle ore diurne
Foto scattata al calasole

La Feniglia con i suoi tesori dei fondali sabbiosi mi ha regalato delle bellissime emozioni, avendo avuto modo di aver riutilizzato delle tecniche di pesca tradizionali e innovative alla stesso tempo, il ché ha portato a tre giorni di pesca in mare aperto alla ricerca di alcuni tipi di pesce che non ricercavo da diverso tempo.

Un posto dove ritornerei sicuramente molto volentieri, magari concentrandomi di più sul lato traina.

A presto

Guglielmo